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Sambuca di Sicilia

É situata nell’entroterra sud-occidentale della Sicilia, ai margini della Valle del Belice e alle pendici del Monte Genuardo, dista 80 Km da Palermo e 104 da Agrigento, pochi Km dal Lago Arancio e 16 Km, in linea d’aria, dal mare, l’altitudine varia tra i 310 e i 365 metri s.l.m.
L’estensione del centro abitato è di Kmq 3,25; l’estensione del territorio rimanente è di Kmq 92,63. Dal punto di vista demografico, negli ultimi anni in the Zabut’s land si sta assistendo a un forte decremento: nel censimento del 1991 gli abitanti erano 7016, nel giugno del 1998 invece 6573.
Nel gennaio del ’68, è stata colpita da un sisma che ne ha condizionato l’evoluzione urbanistica. Nella terra di Zabut, da quaranta anni si pubblica un mensile socio-economico e culturale, “La Voce di Sambuca”, aperto a tutte le correnti di opinione, fondato nel ’58 da Alfonso Di Giovanna, sindaco dal 1980 al 1990, poeta, storico, saggista, narratore…. Tra gli artisti sambucesi contemporanei non possiamo tralasciare di ricordare i poeti Baldassare Gurrera e Pietro La Genga, e il pittore Gianbecchina, apprezzato dalla critica italiana e internazionale. Il paese possiede un Teatro Comunale (tre ordini di palchi, la platea e un ampio palcoscenico) riaperto, dopo i lavori di restauro, nel 1992.

Esistono tre circoli culturali, una ricca biblioteca comunale e il Museo Etno-antropologico della terra di Zabut, fondato negli anni ’80 dal veterinario dott. Vito Gandolfo. Dal punto di vista economico, Sambuca è un paese prevalentemente agricolo. La gran parte dei terreni è impiantata a vigneti (circa il 60%) per la produzione di uva da mosto nella Cantina Sociale “CELLARO”. É fiorente anche la coltivazione dell’ulivo. Non mancano le zone seminative e quelle in cui sono coltivati il pesco, l’albicocco, il mandorlo. Insieme con quello agricolo, l’altro settore trainante dell’economia zabutea è quello edile.

Bisogna segnalare anche la presenza di una discreta attività zootecnica, rappresentata sia da allevamenti bovini e sia ovini e caprini. Per queste ultime specie il sistema di allevamento più diffuso è quello brado, mentre per i bovini sono presenti nella zona esempi di allevamento semi intensivo a stabulazione fissa.
Un certo benessere economico si è registrato grazie allo sfruttamento delle acque del Lago Arancio (invaso artificiale costruito tra il 1949 e il 1954) e all’azzeccato orientamento dei coltivatori verso la viticoltura. Negli anni ’80, infatti, esso è stato dotato di un impianto di sollevamento delle acque (entrato in funzione nel 1984) funzionale all’irrigazione di parte del territorio agricolo sambucese. La struttura di sollevamento e, di conseguenza, le opere irrigue hanno costituito una base importantissima per lo sviluppo socio-economico del paese.
Oggi, a parte la viticoltura, che è ancora una fonte redditizia valida, gli altri comparti (oleario, cerealicolo, ecc.), dati i costi di produzione crescenti e i prezzi di vendita costanti o addirittura decrescenti, fanno registrare un forte calo dei profitti e una insoddisfazione generale tra gli agricoltori.
Questi comparti, nell’ambito del mercato comune europeo, risultano svantaggiati perché soffrono la concorrenza e dei paesi mediterranei europei (Grecia, Portogallo, Spagna, Francia), la cui agricoltura è innovativa, e dei paesi del Magrèb (Marocco, Tunisia, Algeria), che esportano in Europa con molta facilità i loro prodotti, immettendoli sul mercato a prezzi notevolmente contenuti.

Per far fronte a questa critica situazione, nel 1997 l’Amministrazione comunale ha sottoscritto insieme con Santa Margherita Belice e con altri comuni il Patto Territoriale “Valle del Belice” finalizzato allo sviluppo e all’occupazione e mirante allo sfruttamento delle risorse locali: agricoltura, artigianato, turismo. Nel campo agricolo ci si propone di migliorare le colture tradizionali al fine di aumentare gli attuali bassi margini di profitto razionalizzando la tecnica colturale (concimazione, difesa fitosanitaria, sementi selezionate, uve apirene da destinare al consumo fresco e alla essiccazione), migliorando la qualità del foraggio per la costituzione di nuovi insediamenti zootecnici che rispondano ai requisiti delle più moderne tecnologie; nel frattempo, si portano avanti ipotesi di colture alternative a quelle tradizionali. Nel campo artigianale si stanno realizzando delle cooperative miranti alla possibilità di acquisire commesse consistenti provenienti dal Nord dell’Italia.

Il territorio, inoltre, offre anche delle potenzialità turistiche che possono essere sfruttate purché ci si creda e si valorizzino: Sambuca possiede il Parco della Risinata attrezzato con barbecue, servizi, giochi per bambini, acqua; possiede il Lago Arancio, già fonte di attrazione turistica negli anni ’80, quando vi si disputarono i campionati mondiali di sci nautico, di canoa e di windsurf; a nord poi del territorio zabuteo c’è il sito archeologico di Adranone, città fortezza greco-punica (VII-VI sec. a.C.), indubbiamente colonia selinuntina, distrutta intorno alla metà del III sec. a.C. Gli scavi regolari risalgono al 1968 e da allora annuali campagne sistematiche hanno portato alla luce la necropoli, la poderosa cinta muraria e vasti settori della città e dell’area suburbana. Famosa è la tomba monumentale detta “Tomba della Regina”, risalente al VI-V sec. a.C., una tra le più interessanti tombe a camera ipogeica della Sicilia. I reperti ritrovati sono oggi esposti nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento, ma si attende l’ultimazione delle operazioni di restauro dell’ex Ospedale “P. Caruso” per adibirlo a Museo di Sambuca e trasferirvi i suddetti reperti.
Adranone, inoltre, è stata inserita nel Programma Operativo “Sviluppo e valorizzazione del turismo – Itinerari Fenici”, insieme con Mozia, Selinunte, Erice e Pantelleria. Certamente questa iniziativa contribuirà a incrementare il turismo nelle nostre zone purché si provveda in tempo a realizzare le strutture necessarie ad accogliere i visitatori dal momento che non esistono alberghi (i più vicini sono a Sciacca), nel frattempo suppliscono loro un ristorante che funge anche da sala-trattenimenti, capiente e accogliente, e alcune trattorie-pizzerie. Dunque, la realtà socio-economica sambucese in questo momento sta attraversando, se così si può dire, una fase di assestamento. Si stanno portando avanti proposte di sviluppo economico alternative a quelle esistenti e non più rispondenti alle esigenze della comunità sambucese.

Pagina aggiornata il 24/08/2023

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