Villaggio di Santa Maria di Termini…… la parrocchia (di Portosalvo), retta come gli altri casali da un cappellano, scelto dall’arciprete, comprendeva la contrada posta all’altra sponda del fiume di Termini chiamata S. Giovanni lo Spedale, dove ai tempi del cassinese Amico era in costruzione una casa dei Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano di Malta e il villaggio di Santa Maria di Termini, che per lo smembramento del territorio di Barcellona da Castroreale restarono segregate da quell’ambito parrocchiale e poi aggregate a quello di Rodì, villaggio di Castroreale.
La chiesa di Santa Maria di Termini, che apparteneva all’abolito Monastero dei Cisterciensi di Santa Maria di Novara fu dal re Ferdinando II con sovrano rescritto del 4 marzo 1836 cessa all’arciprete di Castroreale per essere elevata a parrocchia, con riserva del patronato regio e del dritto di nominare il cappellano; fu questo nominato; ebbe il possesso a 23 giugno 1845, e da questo giorno le contrade S. Giovanni, Termini, Marchesana ed altre furono soggette alla cura della novella parrocchia.La fiera di Termini, che si tiene nel falsopiano davanti la chiesa, nella metà di settembre, è frequentata dagli avventori di ogni parte dell’isola; ma la facilità delle comunicazioni con Messina e lo accresciuto commercio della prossima Barcellona ha reso più languido questo mercato, che una volta era franco dalle regie imposte, come leggesi nella iscrizione che sta sulla porta della chiesa.
Il nome di “Termini” fu dato al villaggio dalle copiose acque termali che ivi sgorgano.
Tratto dal testo “La città di Barcellona Pozzo di Gotto” dell’avvocato Filippo Rossitto (1807-1879)
Pagina aggiornata il 07/09/2023